Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO

Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO

Il 26 giugno 2009 il Comitato per il Patrimonio Mondiale dell' UNESCO, (Link esterno) nel corso della sua 33. seduta, tenutasi a Siviglia (Spagna), ha accolto le Dolomiti nell'elenco del Patrimonio Mondiale, conferendo ad esse il massimo riconoscimento mondiale per un sito naturale. Le Dolomiti sono state classificate come luogo unico al mondo per la bellezza del loro paesaggio e per la loro importanza sotto il profilo geomorfologico e geologico.

Nove gruppi montuosi delle Dolomiti – selezionati per la loro rappresentatività geologica e paesaggistica - sono stati inseriti nell'elenco dell'UNESCO quali „Patrimonio Mondiale seriale“, poiché, anche se fisicamente separati, essi si configurano come un insieme unitario articolato e complesso sia dal punto di vista geografico-paesaggistico che da quello geologico-geomorfologico.
I territori, per complessivi circa 142.000 ettari, si estendono nelle province di Bolzano-Alto Adige, Trento, Belluno, Pordenone e Udine. In provincia di Bolzano fanno parte del Patrimonio Mondiale i Parchi naturali Tre Cime, Fanes-Senes-Braies, Puez-Odle, Sciliar-Catinaccio, il Massiccio del Latemar e il Monumento naturale del Bletterbach.

L’inserimento nell’elenco del Patrimonio Mondiale rappresenta un riconoscimento straordinario, una specie di “Premio Nobel per i beni naturali“, come chiaramente espresso da Gerhard Heiss, esperto della IUCN (Link esterno) (International Union for Conservation of Nature and Natural Resource = Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e delle Risorse Naturali). Essere inseriti nell‘elenco del Patrimonio Mondiale dopo un così approfondito e lungo esame significa, infatti, essere riconosciuti come un bene unico al mondo e quindi di valore straordinario. La conservazione di questo insostituibile patrimonio è perciò un obiettivo e un dovere non solo per gli stati interessati, ma per l’intera comunità dei popoli. Se, infatti, uno di questi siti speciali venisse danneggiato o compromesso in modo significativo, ciò rappresenterebbe una perdita non solo per lo stato nel cui territorio il bene è ubicato, ma per l’intera umanità.

In questo senso si devono intraprendere tutti gli sforzi necessari per convincere la gente del valore del riconoscimento “Patrimonio Mondiale”. La tutela, la conservazione e la valorizzazione di questi siti devono diventare un obiettivo comune sostenuto con convinzione da quanti più individui possibile. Questo impegno deve essere rivolto in primo luogo al Patrimonio Mondiale, ma sempre più anche all‘esterno di esso e condurre ad un nuovo approccio, più coscienzioso e responsabile nei confronti dell’intera regione dolomitica. Già la lunga collaborazione sviluppata nella fase di candidatura ha dimostrato il grande potenziale insito in questo progetto inter-territoriale: nel lavoro di sensibilizzazione, nello sviluppo sostenibile di una regione montana ma anche della comprensione tra i popoli.

    map

    9 sistemi

    Area cuore 141.903 ha

    Area tampone 89.267 ha

    Convenzione sul Patrimonio Mondiale UNESCO

    Nel 1972 l'UNESCO (Link esterno) (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization = Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura) ha deliberato la Convenzione Internazionale sulla tutela del Patrimonio culturale e naturale del mondo". (Link esterno) Si tratta del più importante strumento internazionale mai concepito dalla comunità dei popoli per proteggere il loro Patrimonio culturale e naturale.

    Nell’aprile 2009 la Convenzione è stata ratificata da 186 stati. L’idea guida della Convenzione sul Patrimonio Mondiale si basa sulla considerazione dell'eccezionale valore di alcuni beni culturali e naturali e quindi della necessità di salvaguardarli per l’intero genere umano. Con la ratifica della Convenzione gli stati partecipanti si obbligano a tutelare, a valorizzare e a conservare per le generazioni future i propri siti appartenenti al Patrimonio Mondiale. Per realizzare ciò gli stati si garantiscono una collaborazione internazionale ed un aiuto reciproco.

    Nel luglio 2009, dopo il riconoscimento delle Dolomiti come Patrimonio Mondiale, nell’elenco mondiale dell’UNESCO erano inseriti 890 siti in 148 stati; di questi, 689 siti sono stati inseriti nell’elenco del Patrimonio culturale e 176 in quello naturale; 25 siti sono di tipo misto. L’Italia, con 44 siti, di cui due naturali, le Dolomiti e le Isole Eolie, è stata allora il paese maggiormente rappresentato.

    Emblema del Patrimonio Mondiale UNESCO

    L'emblema del Patrimonio Mondiale illustra il rapporto reciproco tra beni culturali e naturali. Il quadrato al centro simboleggia una forma creata dall’uomo, mentre il cerchio esterno rappresenta la natura. Entrambe le forme si innestano strettamente l’una nell’altra. L’emblema è rotondo come la terra ma al tempo stesso è anche un simbolo di tutela.

    Criteri per l'accoglimento nell'elenco del Patrimonio Mondiale UNESCO

    Nell’elenco del Patrimonio Mondiale vengono inseriti solo siti, che secondo il Comitato per il Patrimonio Mondiale hanno un valori di universalità e unicità sotto l’aspetto storico, artistico e/o scientifico. Per l’inserimento nell’elenco del Patrimonio Mondiale il sito proposto deve essere unico, autentico ed integro. Inoltre, presupposto per l’inserimento è il soddisfacimento di almeno un criterio dei dieci criteri stabiliti dall’UNESCO.

    I criteri d’unicità per la dichiarazione a Patrimonio Mondiale naturale sono qui di seguito elencati::
    Un bene deve…

    • essere un esempio rappresentativo di grandi fasi geologiche;
    • essere un esempio rappresentativo di processi ecologici e biologici dell’evoluzione e dello sviluppo di ecosistemi;
    • essere un fenomeno o un’area naturale di particolare bellezza o importanza estetica;
    • essere un habitat rappresentativo e importante ai fini della conservazione della biodiversità locale.

    Per l’inserimento secondo l'UNESCO i siti proposti come Patrimonio Mondiale naturale devono disporre già al momento della candidatura di una condizione di completa ed efficace tutela. Per ogni sito devono inoltre essere distinte un'area cuore, che costituisce il vero Bene da tutelare, ed un'area tampone circostante. Inoltre, devono essere elaborati speciali piani di gestione. La popolazione interessata, invece, deve essere coinvolta nella candidatura fin dall’inizio.

    In base a questi criteri il Comitato per il Patrimonio Mondiale, composto da rappresentanti di 21 nazioni, stabilisce quali richieste siano da ammettere nell’elenco del Patrimonio Mondiale. Per la sua decisione esso si avvale anche del parere motivato di esperti qualificati – l'IUCN (Link esterno) (International Union for Conservation of Nature and Natural Resource = Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e delle Risorse Naturali), per i siti naturali e l’ICOMOS (Link esterno) (International Council of Monuments and Sites = Consiglio Internazionale per Monumenti Storici e Siti) per i siti culturali.

    Obblighi

    Il Comitato per il Patrimonio Mondiale si attiene strettamente ai criteri della Convenzione. L’inserimento nell’elenco del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO rappresenta un riconoscimento eccezionale che, sebbene non stabilisca alcun ulteriore vincolo giuridico in senso stretto, comporta tuttavia gli obblighi previsti dalla Convenzione. Ai sensi di tale Convenzione al momento dell’inserimento nell’elenco del Patrimonio Mondiale, lo stato interessato si impegna a proteggere e a conservare per le generazioni future il proprio patrimonio nella sua singolarità e integrità.

    Se taluni siti del Patrimonio Mondiale risultano particolarmente minacciati, essi saranno inseriti nell‘elenco del "Patrimonio Mondiale in pericolo“ (lista rossa). (Link esterno) Gli stati sono poi obbligati a predisporre piani d’azione ed a prevenire i rischi. In caso contrario l‘UNESCO può cancellare dall’elenco i siti interessati.

    Candidatura

    Dossier

    Nel 1997 vi è stato un primo tentativo di inserire le Dolomiti nell’elenco del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO (Link esterno) (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization = Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura). Sulla base di una proposta del competente Ministero statale le province di Belluno, Trento e Bolzano-Alto Adige si cimentarono con questo progetto. In tale occasione vennero interpellati tutti i ventidue comuni altoatesini interessati: di essi, venti si dichiararono favorevoli alla proposta, uno la approvò con riserva, mentre un altro la respinse. Molti comuni, tuttavia, approvarono la proposta solo a condizione che essa fosse limitata ai territori già vincolati a parco naturale. La Giunta provinciale accolse tale posizione e la trasmise al Ministero competente. Il progetto fu però frenato ed infine sospeso: troppo differenti erano, infatti, le posizioni delle tre province riguardo alla delimitazione territoriale.

    Nel dicembre 2004 fu avviato un secondo tentativo. Da parte del Ministero della cultura e dell’ambiente questa volta erano stati definiti criteri di adesione più chiari e compatibili con la Convenzione dell’UNESCO e che davano buone speranze di successo. Furono selezionati solo territori già soggetti a vincoli, come parchi naturali, parchi nazionali o siti Natura 2000. Per l’Alto Adige furono proposti i cinque Parchi naturali Tre Cime, Fanes-Senes-Braies, Puez-Odle, Sciliar-Catinaccio e Monte Corno. I partner del progetto furono, oltre alla provincia di Bolzano-Alto Adige, le province di Belluno, Trento, Udine, Pordenone ed i Ministeri della cultura e dell’ambiente.

    La prima richiesta fu presentata al Segretariato UNESCO di Parigi nel settembre 2005. Tale richiesta comprendeva 22 sistemi di aree protette distinte ed era composta da un corposo dossier, un piano di gestione e una ricca documentazione fotografica e bibliografica. Un esperto dell‘IUCN, incaricato dall’UNESCO, visitò nell’estate 2006 le aree candidate per verificarne i contenuti di eccezionalità. Nell‘estate 2007 la decisione del Comitato per il Patrimonio Mondiale fu rimandata sulla base di un parere dell‘IUCN. Ai richiedenti fu consigliato di rielaborare sostanzialmente la proposta, limitando il numero di aree componenti la proposta di Bene seriale. Nel contempo il parere sottolineava in modo inequivocabile l’idoneità delle Dolomiti ad essere inserite nell‘Elenco del Patrimonio Mondiale, non per tutti e quattro i criteri, ma in particolare in base ai criteri vii – “fenomeni naturali eccezionali o aree di eccezionale bellezza naturale o importanza estetica “ e viii – “una testimonianza straordinaria dei principali periodi dell’evoluzione della terra”. Così la prima domanda subì una radicale rielaborazione con una nuova versione focalizzata sulla geologia, la geomorfologia e l'estetica del paesaggio. Gli esperti incaricati di questa rielaborazione furono oltre al Prof. Piero Gianolla (Università di Ferrara), che aveva già collaborato al primo tentativo, il geomorfologo Prof. Mario Panizza (Università di Modena) e il paesaggista Cesare Micheletti (libero professionista di Trento). Anche il piano di gestione venne sottoposto ad una revisione a cui collaborò il Prof. Franco Viola (Università di Padova). La nuova domanda comprendeva 9 unità territoriali proposte quali „Patrimonio Mondiale naturale seriale“ e distribuite su cinque province. I gruppi montuosi selezionati sono degli esempi dell‘unicità e della estrema varietà di aspetti delle Dolomiti nello spazio e nel tempo. Per la provincia di Bolzano sono stati proposti i quattro Parchi naturali dolomitici Tre Cime, Fanes-Senes-Braies, Puez-Odle e Sciliar-Catinaccio, il Latemar e il Monumento naturale Bletterbach.

    Come per la prima, anche la seconda richiesta, depositata a Parigi nel febbraio 2008, fu sottoposta ad analisi per verificarne la completezza. Nel successivo mese di settembre le aree proposte furono visitate da due esperti dell'IUCN (Link esterno) (International Union for Conservation of Nature and Natural Resource = Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e delle Risorse Naturali) che si mostrarono molto impressionati dagli straordinari scenari paesaggistici e dalle molteplici manifestazioni geologiche delle Dolomiti. Ogni dubbio riguardante l’eccezionalità degli aspetti paesaggistici e geologici delle Dolomiti fu sciolto. Unico punto debole era la mancanza di una descrizione concreta di una gestione coordinata del Bene, delle categorie di tutela, del coinvolgimento degli stakeholder locali e di alcune misure operative. La proposta avanzata dalle province di istituire una fondazione comune fu accolta dagli esperti con particolare interesse e considerata un passo importante per la tutela e conservazione del sito proposto.

    Nel maggio 2009 l'IUCN inviò un parere positivo sulla domanda collegandolo però ad alcune condizioni. In esso si giudicavano le Dolomiti uniche al mondo sotto il profilo paesaggistico nonché geomorfologico e geologico. Sulla base di questa valutazione fu formulata la proposta di inserimento nell'elenco del Patrimonio Mondiale naturale.

    Il 26 giugno 2009 in occasione della 33. riunione del Comitato per il Patrimonio Mondiale a Siviglia (Spagna), a seguito di una esauriente relazione dell'esperto tecnico dell'IUCN Tim Badmann, di approfondite spiegazioni da parte dell'ex ambasciatore italiano presso l'UNESCO Giuseppe Moscato e di una discussione finale con i 21 membri del Comitato per il Patrimonio Mondiale la domanda dell’Italia è stata accolta all'unanimità con le condizioni proposte dall‘IUCN. La delegazione italiana, composta dall'ex Ministro per la tutela dell'ambiente Stefania Prestigiacomo e dai rappresentanti delle cinque province, tra cui l'ex Assessore provinciale di Bolzano Michl Laimer, ha accolto l'alto riconoscimento con grande gioia e soddisfazione.

    Parere IUCN

    Il parere dell’IUCN, alla base della decisione del Comitato per il Patrimonio Mondiale, si articola nei seguenti capitoli:

    • Un riassunto dei valori naturali delle Dolomiti;
    • un'analisi comparativa a giustificazione e dimostrazione dell'unicità a livello mondiale delle Dolomiti rispetto ad altri beni similari;
    • un'analisi del grado di contaminazione dei siti naturali proposti;
    • una spiegazione dello straordinario valore mondiale;
    • una serie di richieste allo stato proponente.

    Di seguito un estratto della valutazione dell’IUCN che si riferisce a due dei quattro criteri stabiliti dall’UNESCO:

    Criterio (VII): “Fenomeni naturali superlativi o bellezza naturale e importanza estetica”

    “Le Dolomiti sono largamente considerate tra i più attraenti paesaggi montani del mondo. La loro intrinseca bellezza deriva da una varietà di spettacolari conformazioni verticali come pinnacoli, guglie e torri che contrastano con superfici orizzontali incluse cenge, balze e plateau, e che s’innalzano bruscamente da estesi depositi di falda e colline più dolci. Una grande diversità di colorazioni è procurata dai contrasti fra le chiare superfici di roccia nuda e le foreste ed i pascoli sottostanti. Le montagne s’innalzano in picchi interposti a gole, rimanendo isolati in alcuni luoghi ma formando sconfinati panorami in altri. Alcune scogliere rocciose qui si ergono per più di 1.500 metri e sono fra le più alte pareti calcaree che si siano trovate nel mondo. Il caratteristico scenario delle Dolomiti è divenuto l’archetipo del “paesaggio dolomitico”. I pionieri della geologia sono stati i primi ad essere catturati dalla bellezza delle montagne, ed i loro scritti e le successive opere pittoriche e fotografiche sottolineano ulteriormente il fascino estetico del Bene.”

    Criterio (VIII): “Storia della terra, processi e caratteristiche geologici e geomorfologici”

    “Dal punto di vista geomorfologico le Dolomiti sono di rilievo internazionale, come il sito classico dello sviluppo delle montagne in calcare dolomitico. L’area mostra un’ampia gamma di morfologie connesse all’erosione, al diastrofismo e alla glaciazione. La quantità e la concentrazione di formazioni calcaree estremamente varie è straordinaria in contesto globale ed include cime, torri, pinnacoli e alcune delle pareti verticali più alte del mondo. Di importanza internazionale sono inoltre i valori geologici, specie l’evidenza delle piattaforme carbonatiche del Mesozoico, o “atolli fossili”, in modo particolare per la testimonianza che essi forniscono dell’evoluzione dei biocostruttori sul confine fra Permiano e Triassico, e della conservazione delle relazioni fra le scogliere che hanno costruito ed i loro bacini circostanti. Le Dolomiti comprendono inoltre svariate sezioni tipo di importanza internazionale per la stratigrafia del periodo triassico. I valori scientifici del Bene sono inoltre supportati dalle prove di una lunga storia di studi e ricognizioni a livello internazionale. Considerata nel suo insieme, la combinazione di valori geomorfologici e geologici, forma un bene di importanza globale.”

    Secondo l’IUCN anche la tutela delle aree proposte è conforme alle direttive dell’UNESCO e garantisce le condizioni di integrità.

    Nel parere si faceva tuttavia rilevare che in alcune aree le infrastrutture e gli utilizzi turistici avrebbero già raggiunto il limite di tollerabilità per un bene classificato come Patrimonio Mondiale. Inoltre nel parere si poneva l’accento sull’importanza di una maggiore collaborazione tra le singole province ai fini di una gestione e di uno sviluppo armonizzati del Patrimonio Mondiale. Perciò l’IUCN proponeva di inserire le Dolomiti nell’elenco del Patrimonio Mondiale a determinate condizioni, da soddisfare entro l’estate 2011. Tali condizioni hanno lo scopo di assicurare l’integrità e la particolarità delle aree e di garantirne un utilizzo turistico sostenibile:

    • La costituzione di una fondazione;
    • l’elaborazione di un piano di gestione complessivo con coinvolgimento della popolazione e con iniziative mirate;
    • il completamento dei singoli piani di gestione delle aree parziali;
    • l’elaborazione di una strategia comune per la gestione del turismo.

    Decisione del Comitato per il Patrimonio Mondiale UNESCO

    Il 26 giugno 2009, in occasione della 33. riunione del Comitato per il Patrimonio Mondiale a Siviglia (Spagna), la domanda dell'Italia è stata accolta all'unanimità con condizioni. Segue un estratto dalla Dichiarazione di eccezionale valore universale delle Dolomiti:
    “I nove componenti delle Dolomiti quale Bene Patrimonio dell’Umanità salvaguardano una serie di paesaggi montani straordinariamente distintivi che sono di eccezionale bellezza naturale. Le loro cime, spettacolarmente verticali e pallide, in una varietà di forme scultoree caratteristiche è straordinaria nel contesto globale. Questo Bene include inoltre una combinazione di valori di importanza internazionale per le scienze della Terra. La quantità e la concentrazione di formazioni calcaree estremamente varie è straordinaria in un contesto globale, e contemporaneamente la geologia, esposta in modo superbo, fornisce un’intuizione della vita marina nel periodo Triassico, all’indomani della più grande estinzione mai ricordata nella storia della vita sulla Terra. I paesaggi sublimi, monumentali e carichi di colorazioni delle Dolomiti hanno inoltre attirato per molto tempo schiere di viaggiatori ed una storia di interpretazioni scientifiche ed artistiche dei loro valori."

    Aree delle Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO

    Nove gruppi montuosi delle Dolomiti sono stati inseriti nell'elenco dell'UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization = Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura) quali „Patrimonio Mondiale seriale“.
    L’Alto Adige è rappresentato nell’elenco del Patrimonio Mondiale con i seguenti siti:
    I Parchi naturali Tre Cime e Fanes-Senes-Braies (assieme ad altri gruppi montuosi del Bellunese appartengono al sistema 5 “Dolomiti Settentrionali”); il Parco naturale Puez-Odle (sistema 6); il Parco naturale Sciliar-Catinaccio e il Massiccio del Latemar (assieme al lato trentino della stessa catena montuosa appartengono al sistema 7); il Monumento naturale Bletterbach (sistema 8). Le altre aree inserite nell’elenco sono: il Gruppo Pelmo – Croda da Lago (sistema 1, Belluno); la Marmolada (sistema 2, Trentino e Belluno); il Gruppo Pale di San Martino – San Lucano – Dolomiti Bellunesi – Vette Feltrine (sistema 3, Trentino e Belluno), le Dolomiti Friulane e il Massiccio dell’Oltrepiave (sistema 4, Udine, Pordenone e Belluno) nonché le Dolomiti di Brenta (sistema 9, Trentino).

    La cosiddetta “area cuore”, la vera e propria area del Patrimonio Mondiale naturale, comprende una superficie di 141.903 ettari, mentre la cosiddetta “area tampone” ossia la fascia limitrofa esterna con funzione di protezione aggiuntiva, raggiunge una dimensione di 89.267 ettari. Tutte le aree parziali – zone centrali e zone cuscinetto – sono già tutte completamente protette in quanto parchi naturali, parchi nazionali o aree Natura 2000 – un presupposto basilare, questo, per la candidatura.

    La Fondazione Dolomiti UNESCO

    Il 13 maggio 2010 le Giunte provinciali e regionali interessate hanno istituito la Fondazione “Dolomiti – Dolomiten – Dolomites – Dolomitis UNESCO” a Belluno per permettere una comune gestione del Patrimonio Mondiale. In questo modo si è ottemperato alla prima delle condizioni poste dall’UNESCO (Link esterno) (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization = Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura). La Fondazione ha lo scopo di fornire un contributo alla conservazione ed allo sviluppo sostenibile delle Dolomiti. Questo obiettivo può essere raggiunto solo lavorando assieme su più livelli. In questo senso la Fondazione riveste un ruolo fondamentale per sviluppare la collaborazione tra le province interessate al fine di concordare le decisioni politiche necessarie per la gestione del Patrimonio Mondiale UNESCO nell'ambito delle direttive del piano gestionale.

    Inoltre, alla Fondazione spetta innanzitutto il compito di

    • promuovere l'introduzione di nuovi provvedimenti per la tutela del Patrimonio Mondiale UNESCO;
    • organizzare piattaforme tematiche con gli enti locali, le amministrazioni dei parchi nonché le altre amministrazioni ed istituzioni pubbliche e private;
    • sviluppare la collaborazione tra le cinque province interessate;
    • promuovere la consapevolezza riguardo alla tutela del paesaggio;
    • collaborare con scuole e istituzioni pubbliche e private;
    • diffondere informazioni sul Patrimonio Mondiale UNESCO nonché
    • organizzare ricerche, conferenze, convegni e altre manifestazioni del genere.

    La Fondazione lavora in stretta collaborazione e sinergia con i diversi servizi provinciali di riferimento ed è dotata di personale proprio. La sede finanziaria della Fondazione si trova a Belluno, mentre le sedi operative, collocate presso ciascuna delle cinque province, ne garantiscono un sistema gestionale efficiente ed integrato.
    La presidenza varia ogni tre anni in rotazione tra le singole province seguendo l’ordine alfabetico del nome delle province stesse. Attualmente la presidenza è assegnata alla Provincia di Belluno, di seguito toccherà alla Provincia di Bolzano-Alto Adige.

    Organi della Fondazione

    La Fondazione si compone di diversi organi che di seguito saranno descritti brevemente:

    Direttore
    L’incarico di Segretario Generale è conferito dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione per una durata di tre anni. Il Segretario Generale cura l’attuazione degli indirizzi e degli obiettivi riguardanti l’amministrazione stabiliti dal Consiglio Direttivo e dal Consiglio di Amministrazione.

    Consiglio di Amministrazione
    Il Consiglio di Amministrazione è composto dagli assessori provinciali competenti delle cinque province. Ha il compito di adottare la strategia della gestione complessiva e di definire il programma annuale d’attività. Inoltre, il Consiglio di Amministrazione nomina il Segretario Generale e armonizza i rispettivi quadri normativi ed indirizza lo sviluppo del Bene delle Dolomiti Patrimonio Mondiale.

    Presidente
    La Presidenza della Fondazione Dolomiti UNESCO è assegnata, a rotazione e con durata di tre anni, ad un membro del Consiglio di Amministrazione seguendo l’ordine alfabetico del nome delle province stesse. Il Presidente del Consiglio di Amministrazione, come rappresentante legale della Fondazione, stipula e firma i contratti e tutti gli atti della Fondazione. Inoltre è responsabile, unitamente al Segretario Generale, della regolare attuazione delle deliberazioni del Consiglio di Amministrazione. La vicepresidenza è assegnata a rotazione al componente del Consiglio di Amministrazione della provincia successiva in ordine alfabetico a quella che ha espresso il presidente.

    Organo di Revisione
    I soci fondatori nominano da un minimo di uno ad un massimo di tre revisori dei conti che resteranno in carica per un periodo di tre anni. Essi verificano l’attività d’amministrazione della Fondazione e redigono una relazione sul bilancio di previsione nonché sul bilancio di esercizio. Inoltre, prestano consulenza finanziaria al Consiglio di Amministrazione.

    Collegio dei Sostenitori
    Il Collegio dei Sostenitori è composto dai soci fondatori e da rappresentanti di enti locali quali comuni, parchi o strutture di ricerca per garantire il coinvolgimento della popolazione locale nella gestione del Bene. Il Presidente delle Fondazione convoca almeno una volta l’anno il Collegio dei Sostenitori al fine di promuovere forme di approfondimento e confronto su temi correlati al Bene UNESCO. Sul sito della Fondazione Dolomiti UNESCO, (Link esterno) competente per il riconoscimento quale socio sostenitore, potete trovare tutte le informazioni necessarie nonché il modulo per la richiesta di attribuzione della qualifica.

    Comitato Scientifico
    Il Comitato Scientifico è nominato dal Consiglio di Amministrazione ed è composto da un minimo di tre ad un massimo di cinque componenti. Ha la funzione di prestare consulenze tecnico-scientifiche alla Fondazione.

    Logo

    Per informazioni riguardo il logo della Fondazione Dolomiti – Dolomiten – Dolomites – Dolomitis - Dolomiten UNESCO si rimanda al seguente LINK. (Link esterno)

    I piani di gestione per le aree Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO in Alto Adige

    Le direttive UNESCO (Operational Guidelines 11/01) prevedono per ciascun Bene UNESCO la redazione di un piano di gestione, che specifichi come il valore eccezionale universale del Bene possa essere conservato.

    Per la maggior parte delle aree altoatesine inserite nel Patrimonio mondiale sono già stati redatti nell’ambito di Natura 2000, una rete di aree protette a livello europeo, appositi piani di gestione.
    I piani di gestione per il Monumento naturale Bletterbach e per il Massiccio del Latemar sono stati invece redatti solo in seguito all’inserimento nella lista del Patrimonio mondiale.

    I piani di gestione: